Un eroe comune by Igino Domanin

Un eroe comune by Igino Domanin

autore:Igino Domanin [Domanin, Igino]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2024-01-24T17:38:27+00:00


* * *

Zio Emilio viene a trovarci a Catania nell’estate del 1976. Deve avere molta pazienza nel sopportare l’ossessiva pedanteria del bambino che vuol mettersi in luce e dimostrare di sapere. Poiché io gioco a basket e lui ha avuto un periodo come cestista alla Partenope, sono costretto da mia madre a esibirmi in palleggi sul terrazzo di casa. Lui osserva paziente, seduto in balcone, interrompe la lettura del «Corriere della Sera», mi chiede del terzo tempo. Poi, divertito, mi domanda se ho già imparato il tiro in sospensione, che, naturalmente, non so fare. Ma ci provo, con esiti goffi. M’incoraggia: «Tra un po’ lo farai». La moglie di zio Emilio, Paola, è sempre vestita alla moda, mentre lui è arruffato, di corporatura robusta e un po’ in sovrappeso, ma è molto alto. Mia madre vanta immancabilmente l’altezza dei suoi fratelli, mi misura col metro, dice che verrò anch’io alto. Questa speranza allora esiste, fino ai dodici anni la mia crescita in altezza è superiore alla media, poi di colpo s’arresta. Anch’io sogno un futuro da pivot, ma il mio fisico è da playmaker.

Portiamo gli zii a Taormina, una giornata di mare, all’isola Bella, la stagione è calda, siamo ai primi di luglio. C’è stato un picco di quarantadue gradi, un paio di giorni prima. Un isolotto unito appena precariamente alla riva da una lingua di sabbia si erge in questa insenatura. Non so come sia possibile, ma dentro l’isolotto c’è una villa mimetizzata, una realtà che supera la fantasia dei fumetti di Topolino o dei film di 007. Ogni volta che vado in quella spiaggia la osservo, sorprendo l’esistenza delle finestre, che occhieggiano appena in mezzo alla macchia mediterranea che ricopre a chiazze folte la roccia. All’ingresso c’è una grata, dietro la quale è tirata in secca una barca a remi. Racconto la storia a zio Emilio, lui è un giudice, fa le indagini, può interessargli, magari ci sono dei traffici o chissà che altro. Ovviamente finge di tenere in considerazione le mie ipotesi. Lo porto a vedere più da vicino, mi tiene per mano, mi sembra un gigante quando si alza. Sì, è un mistero senz’altro, su cui c’informeremo. Non sono mai riuscito a scoprire chi fosse il proprietario e perché godesse di un simile privilegio.

Nel frattempo, un pescatore si offre, a pagamento, di accompagnarci con la barca a motore a fare il bagno in una grotta azzurra, simile a quella che si trova a Capri. Andiamo tutti, tranne zio Emilio.

Lui vuole rimanere lì, godersi il sole della Sicilia. Torniamo dopo oltre due ore. Lo troviamo addormentato, il giornale ai piedi. È nero, il sole lo ha cotto al punto da ustionarlo. Si risveglia incredulo, l’insolazione gli procurerà una febbre. L’aneddoto, la sua ilarità, accompagna i giorni, ma impregna anche le memorie degli anni successivi, fin dopo la sua tragica scomparsa. Mia madre dice che lui è così, sempre immerso nei suoi pensieri, distaccato, gentile. La bontà e la distrazione sembra siano qualità che si rapportano tra loro.

Io



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